Il cappotto sismico: come unire rinforzo strutturale e isolamento termico

Il cappotto sismico è un innovativo sistema di rivestimento delle facciate, in grado di coniugare sicurezza sismica ed involucro energeticamente efficiente.

Cappotto sismico (photo credit www.ecosism.com)

Cappotto sismico (photo credit www.ecosism.com)

Cos’è un cappotto sismico?

Il cappotto sismico è un innovativo sistema costruttivo di rivestimento delle facciate esterne degli edifici, in grado di combinare in maniera efficace un giusto grado di sicurezza sismica e un involucro efficiente dal punto di vista energetico.

Come si può capire già dal nome, quindi, si tratta di una sorta di pelle sismo-resistente applicata all’esterno del fabbricato.

Ma come è fatto questo sistema? In sostanza è formato da una sottile lastra di calcestruzzo armato gettata in opera tra due strati di materiale isolante, preinseriti in una maglia tridimensionale di acciaio zincato.

A cosa serve il cappotto sismico?

La stragrande maggioranza dei fabbricati che fanno parte del patrimonio edilizio esistente in Italia presenta due carenze notevoli:
• è troppo energivoro, quindi non isolato in maniera efficace e pertanto apportatore di elevati consumi energetici
• è particolarmente vulnerabile dal punto di vista sismico, difetto che rappresenta un grande pericolo per un territorio a forte rischio di terremoti come il nostro.

La maggior parte degli edifici italiani è stata costruita prima del 1981, quando soltanto circa il 25% del territorio italiano era classificato come sismico. Di conseguenza, molti immobili costruiti in zone non considerate sismiche presentano oggi dei pericolosi deficit dal punto di vista strutturale.

Negli ultimi 40 anni, poi, le mappe sismiche del territorio italiano sono state più volte aggiornate, anche alla luce dei tragici eventi che hanno colpito la Penisola in epoca recente.
Tra l’altro alcuni terremoti particolarmente disastrosi si sono verificati in zone un tempo considerate a basso rischio sismico.

Le deficienze dal punto di vista della funzionalità termica dell’involucro, invece, derivano dal ritardo con cui nel nostro sistema legislativo sono state accolte norme in materia.
Prima della legge 10 del 1991 infatti gli edifici venivano progettati senza alcuna attenzione alle caratteristiche di isolamento di pareti e solai. In anni più recenti invece la normativa italiana si è aggiornata anche per la necessità di adeguarsi alle prestazioni imposte per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti con il protocollo di Kyoto.

Appare evidente quindi come si sentisse l’esigenza di un sistema integrato che consentisse di ovviare contemporaneamente a entrambe queste fragilità, quella sismica e quella energetica.

Di sistemi per l’adeguamento sismico degli edifici ne esistono diversi, così come di tecnologie per contenere le dispersioni termiche degli edifici.
Il cappotto sismico è però la prima soluzione pensata per risolvere contemporaneamente entrambi i problemi, incrementando la resistenza sismica e l’efficienza energetica.

Come è fatto un cappotto sismico?

Dal punto di vista costruttivo il sistema è formato da un cassero a perdere costituito dai due strati isolanti che formano un’intercapedine. All’interno di questa viene gettata in opera la parte in calcestruzzo.

Il cappotto viene progettato per ogni singolo edificio in maniera individuale, sulla base dei rilievi effettuati in situ e dei calcoli forniti dai progettisti strutturali e dai termotecnici.

Il getto di calcestruzzo viene reso solidale alla struttura esistente mediante la realizzazione di opportuni ancoraggi, disposti a livello delle fondazioni e dei cordoli di piano. In questo modo il sistema e l’edificio diventano  collaboranti.
In corrispondenza di questi connettori, lo strato di materiale isolante interno a contatto con la parete viene rimosso.

Per migliorare il comportamento a flessione della lastra ed evitare una possibile instabilità, è possibile irrigidirla inserendo delle nervature, sia orizzontali sia verticali.

In sostanza si vengono a realizzare delle sottili pareti in cemento armato che lavorano in parallelo agli elementi resistenti della struttura esistente.

In fase di progettazione e verifica sismica, si considera che le azioni verticali statiche restano affidate alla struttura esistente, mentre quelle orizzontali sono ripartite tra la nuova struttura e quella esistente.

La conformazione della maglia in acciaio zincato permette l’adesione di qualsiasi intonaco di tipo tradizionale, che potrà essere posato per proteggere lo strato isolante dagli urti e dalle azioni degli agenti atmosferici.

I pannelli di cappotto sismico sono progettati e realizzati a misura rispetto all’interpiano dell’edificio oggetto di intervento e con la predisposizione dell’opportuna forometria per l’inserimento di porte e finestre. La parte isolante può essere personalizzata mediante la scelta di diversi tipi di materiali.

Ulteriori vantaggi del cappotto sismico

L’apposizione di un cappotto sismico su di un fabbricato esistente non è un intervento edilizio eccessivamente invasivo (perlomeno non più di quella di un cappotto termico tradizionale).

Oltre a ciò, un ulteriore vantaggio del sistema è rappresentato dalla modalità di posa in opera. Questa è stata ottimizzata per essere rese veloce e semplice e tale da non produrre scarti di lavorazione.

Punti deboli del cappotto sismico

Uno dei punti deboli di un sistema costruttivo di questo tipo è purtroppo il costo, ancora molto elevato e superiore di oltre il doppio rispetto a quello di un semplice cappotto termico, anche se comunque interessante in termini di rapporto costi-benefici.

Del resto, al prezzo del materiale e della posa in opera, occorre aggiungere quello per:
progettazione
• installazione dei ponteggi
• presentazione pratiche amministrative
direzione dei lavori
• coordinamento della sicurezza in fase di progetto e di esecuzione.

Visto l’impegno dell’investimento, quindi, il sistema appare di più facile applicazione in un contesto condominiale che in un edificio privato.

A tal proposito vi ricordo che per gli aspetti relativi alla sicurezza dei lavori in condominio potete consultare il mio e-book Sicurezza sul lavoro nei cantieri condominiali.

A ogni modo, per le sue caratteristiche, consente di rientrare di una buona parte della spesa grazie alle detrazioni fiscali.

Cappotto sismico e detrazioni fiscali

Il cappotto sismico è presentato come un sistema costruttivo capace di migliorare di due classi di rischio sismico un fabbricato esistente.

In virtù di questa sua caratteristica, la realizzazione consente di usufruire, per un edificio privato, di un sismabonus con aliquota dell’80%. In pratica, in 5 anni, è possibile recuperare l’80% della spesa sostenuta attraverso uno sconto fiscale.

In ambito condominiale, invece, la prospettiva di recupero fiscale è ancora più allettante. Il cappotto sismico sembra studiato apposta infatti per il maxibonus, un’agevolazione rivolta ai condomìni ubicati in zona sismica 1, 2 o 3 che effettuino interventi al contempo di riduzione del rischio sismico e di efficientamento energetico.
Con la riduzione di due classi di rischio sismico si può arrivare a risparmiare l’85% su una spesa pari a 136mila euro moltiplicata per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.

Ma per tutte le altre informazioni su questo e altri bonus puoi consultare il mio e-book Guida ai Bonus Casa: Il manuale pratico sulle detrazioni fiscali per i lavori in casa.




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3 Commenti. Nuovo commento

  • Maurizio Abondio
    29 Settembre 2020 4:31

    È possibile applicare il cappotto sismico direttamente su pareti intonacate senza rimuovere il vecchio intonaco?
    stiamo valutando le migliori opzioni per il miglioramento sismico di tre condomini di proprietà di un nostro cliente
    Siamo una società di progettazione e anche General Contractor per lavori in 110 di privati e condomini.
    Gradiremmo poter incontrare un vs referente per valutare questioni tecniche ed economiche riferite a vostri prodotti
    Nell’attesa di un vostro riscontro saluto cordialmente

    Rispondi
    • arch. Carmen Granata
      29 Settembre 2020 12:24

      Guardi che questo è un blog… Non ho un referente con cui valutare questioni inerenti ai prodotti, perchè non sono un’azienda. Ho semplicemente illustrato questa tecnologia in un articolo.

  • IL fatto è che se tutti adoperassero i cappotti naturali, quali fibra di legno,sughero, nano cappotto lavico, non ci sarebbero certi materiali per la lora qualità inquinante e di sicurezza assai dubbia sopra tutto per chi li lavora e per l’ambiente
    Lorenzo

    Rispondi

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