Sistemi anticaduta per il massimo della sicurezza nei lavori in quota

Per eseguire lavori in quota, ovvero svolti ad altezze superiori a 2 metri da un piano stabile, è obbligatorio utilizzare sistemi anticaduta.

Un operaio che lavora in un cantiere edile è particolarmente esposto a rischio di infortuni di intensità variabile.
Si tratta infatti di un lavoro che implica l’utilizzo di macchinari pesanti e pericolosi, grandi sforzi fisici e ambienti di lavoro con presenza di rischi di vario genere.

Durante tutta l’attività lavorativa è quindi di fondamentale importanza applicare rigide misure antinfortunistiche.

Per esempio, quando si devono eseguire lavori in quota, ovvero quelli svolti ad altezze superiori a 2 metri da un piano stabile, che espongono il lavoratore a rischio caduta, è obbligatorio l’utilizzo di sistemi di protezione specifici, comunemente detti sistemi anticaduta.

L’utilizzo di dispositivi di protezione è imperativo perché purtroppo sono sempre troppo frequenti gli incidenti mortali, nonostante le norme che regolamentano la sicurezza sul lavoro.

La normativa di riferimento

La legge di riferimento è il Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 (Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).
Il decreto stabilisce che il datore di lavoro, insieme al responsabile del servizio di prevenzione e al medico competente, stabiliscano quali dispositivi di sicurezza siano necessari per l’attività svolta, in base a un’attenta valutazione dei rischi possibili in quell’ambiente di lavoro.

Nel caso specifico dei sistemi anticaduta, è sempre il datore di lavoro a doversi assicurare che le protezioni siano idonee e a dover mantenere ambienti di lavoro sicuri. Nessuno al di fuori degli addetti ai lavori può accedere al cantiere ed è importante che la viabilità non venga ostacolata né con veicoli né con persone.

Il mancato adempimento di queste norme è punito dal Codice penale e comporta l’arresto fino a due mesi o l’applicazione di una sanzione compresa tra i 500,00 e i 2.000,00 euro.

Dispositivi anticaduta: a cosa servono

I dispositivi anticaduta sono, come accennato prima, sistemi composti da diversi elementi e servono a prevenire il rischio di danni provocati da cadute in quota, ma non solo.
Se infatti sono ben progettati, permettono al lavoratore di potersi muovere con più agilità e svolgere il lavoro nel migliore dei modi.

Le norme del Testo Unico della Sicurezza sul lavoro prevedono che, nel caso in cui non siano state adottate misure di protezione collettiva, i lavoratori siano obbligati a usare sistemi di protezione anticaduta quali: assorbitori di energia, cordini, dispositivi di ancoraggio, linee vita flessibili o rigide, imbracature e dispositivi retrattili, non necessariamente da usare contemporaneamente.

Come sono fatti i sistemi anticaduta

Vediamo velocemente quali sono i principali elementi di cui sono composti i sistemi anticaduta.

Partiamo dall’ancoraggio, un elemento che collega la struttura e il dispositivo individuale dell’operaio. Più ancoraggi compongono un sistema di ancoraggio.
L’ancoraggio viene collegato alla struttura tramite un elemento detto fissaggio.
I diversi sistemi, per esempio cordino-ancoraggio o cordino-imbracatura, vengono collegati insieme tramite i connettori.

I cordini, i dispositivi guidati e i dispositivi retrattili fanno parte dei collegamenti, cioè quegli elementi di congiunzione tra l’imbracatura e l’ancoraggio. L’imbracatura viene indossata dall’operatore, in modo da collegarlo con i vari dispositivi.
In caso di caduta, per ridurre i carichi trasmessi al corpo, si utilizzano i dissipatori di energia.

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