Quando è possibile realizzare una pergotenda in edilizia libera

Vediamo, in dettaglio, quando si può realizzare una pergotenda in edilizia libera, analizzando aspetti normativi, autorizzativi ed economici.

pergotenda

Pergotenda Dickson (photo credit Studio Malimpensa)

Cosa si intende per pergotenda?

La pergotenda è una struttura composta da un’intelaiatura, generalmente in legno o metallo, sulla quale viene installata una copertura retrattile in tessuto impermeabile o PVC. Il suo scopo primario è quello di creare uno spazio esterno riparato ma non completamente chiuso, che mantenga un collegamento visivo e funzionale con l’ambiente circostante.

La giurisprudenza, in particolare con la sentenza del Consiglio di Stato n. 1619/2016, ha definito la pergotenda come una struttura che, nonostante la presenza di una copertura, mantiene la sua precarietà rispetto a un intervento edilizio tradizionale. Questa caratteristica distintiva deriva principalmente dalla presenza di una copertura mobile e dalla sua funzione di protezione temporanea dagli agenti atmosferici.

Gli elementi essenziali che caratterizzano una pergotenda sono:
• la struttura portante leggera, che può essere ancorata al muro o autoportante
• una copertura in materiale leggero (telo, PVC, tessuto) che deve essere retrattile o rimovibile
• l’assenza di chiusure laterali fisse che trasformerebbero lo spazio in un ambiente chiuso.

La pergotenda si distingue da altre strutture simili proprio per la sua natura ibrida: non è una semplice tenda da sole, perché dotata di una struttura di sostegno, ma nemmeno una veranda chiusa, in quanto mantiene un carattere di apertura verso l’esterno. Questa peculiarità incide significativamente sul regime autorizzativo necessario per la sua installazione.

L’elemento determinante per classificare una pergotenda è la prevalenza della superficie di tenda rispetto alla struttura di supporto. Quando la componente tessile prevale rispetto all’elemento strutturale, si configura come pergotenda, altrimenti potrebbe essere considerata come un intervento edilizio di diversa natura.

Quali permessi servono per la pergotenda?

Il quadro normativo relativo alle pergotende ha subito un’evoluzione significativa negli ultimi anni, con importanti precisazioni giurisprudenziali che hanno chiarito il regime autorizzativo applicabile.

In linea generale, la pergotenda rientra tra gli interventi di edilizia libera: il decreto Salva Casa l’ha infatti inserita tra le strutture di protezione dagli agenti atmosferici citate alla lettera b-ter dell’art. 6 del dPR 380/01 (Testo Unico dell’Edilizia).
Per rientrarvi, però, questi manufatti devono rispettare alcune prescrizioni:
• non possono determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e di superfici
• devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente
• devono armonizzarsi alle preesistenti linee architettoniche dell’edificio.

Tuttavia, esistono alcune situazioni in cui sono richiesti altri adempimenti.

Nei contesti sottoposti a vincoli paesaggistici, storici o architettonici, ad esempio, è necessario ottenere l’autorizzazione paesaggistica o il nulla osta della soprintendenza prima di procedere all’installazione della pergotenda.

In caso di installazione in condomini, è fondamentale verificare quanto previsto dal regolamento condominiale. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria l’approvazione dell’assemblea, soprattutto se la pergotenda interessa parti comuni o modifica l’aspetto architettonico dell’edificio.

Le pergotende di dimensioni rilevanti, con struttura stabile infissa al suolo (pilastri, basamento in cemento armato, ecc.) e copertura fissa, richiedono invece permesso di costruire in quanto vere e proprie nuove costruzioni.

Quanto costa fare una pergotenda?

Il costo di una pergotenda può variare significativamente in base a diversi fattori:
• materiali utilizzati
• dimensioni
• complessità strutturale
• optional.

Analizzando il mercato attuale, possiamo individuare alcune fasce di prezzo indicative. Per una pergotenda in alluminio di dimensioni standard (circa 3×4 metri) con telo in PVC impermeabile, il costo si aggira mediamente tra i 2.000 e i 4.000 euro, comprensivo di installazione. Questa è la soluzione più diffusa e bilanciata in termini di rapporto qualità-prezzo.

Le pergotende in legno, generalmente in essenze come il pino trattato o il larice, comportano un investimento superiore, con prezzi che partono dai 3.500 euro e possono superare i 6.000 euro per modelli di fascia alta. Il legno offre un impatto estetico di pregio ma richiede maggiore manutenzione nel tempo.

Le strutture in ferro battuto, apprezzate per il loro design ricercato e la robustezza, si collocano in una fascia di prezzo elevata, dai 4.500 euro in su, a seconda della complessità delle lavorazioni artigianali.

A questi costi base, vanno aggiunti eventuali optional che possono incidere significativamente sul prezzo finale:
• sistemi di automazione (motorizzazione della copertura): 500-1.200 euro
• illuminazione integrata LED: 300-800 euro
• sistemi di chiusura laterale con tende a rullo: 800-1.500 euro.

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I costi di manutenzione ordinaria sono relativamente contenuti e si aggirano intorno ai 100-200 euro annui, principalmente per la pulizia e l’eventuale sostituzione di componenti usurati. Le strutture in legno richiedono una manutenzione più frequente con trattamenti protettivi periodici.

Ti consiglio di richiedere preventivi dettagliati a più fornitori, specificando esattamente le caratteristiche desiderate e verificando cosa comprende il prezzo (progettazione, permessi, installazione, garanzia). La differenza tra preventivi può essere significativa e un’analisi comparativa può portare a risparmi considerevoli.

Qual è la differenza tra un pergolato e una pergotenda?

La distinzione tra pergolato e pergotenda è fondamentale non solo da un punto di vista funzionale ma anche normativo, con importanti ripercussioni sul regime autorizzativo applicabile.

Il pergolato è una struttura architettonica composta da elementi verticali (pilastri) e orizzontali (travetti) che creano un’intelaiatura aperta, tradizionalmente utilizzata come supporto per piante rampicanti. La sua caratteristica principale è l’assenza di una copertura fissa: il pergolato può essere lasciato completamente scoperto o, al massimo, avere una copertura vegetale naturale. Dal punto di vista normativo, il pergolato rientra generalmente nell’edilizia libera, purché mantenga la sua conformazione aperta.

La pergotenda, invece, integra alla struttura del pergolato una copertura mobile in tessuto, PVC o altro materiale leggero, che può essere ritratta o rimossa secondo necessità. È proprio questa copertura, con il suo carattere non permanente, che trasforma il pergolato in pergotenda. La mobilità della copertura è l’elemento chiave che permette alla pergotenda di essere considerata una struttura precaria e non un ampliamento volumetrico dell’edificio.

Sotto il profilo funzionale, mentre il pergolato ha principalmente una funzione estetica e ornamentale, la pergotenda aggiunge una dimensione pratica di protezione dagli agenti atmosferici, estendendo l’utilizzo dello spazio esterno. Questa differenza si riflette anche nell’impatto visivo sull’immobile: il pergolato mantiene una maggiore permeabilità visiva, mentre la pergotenda, anche quando la copertura è ritratta, presenta una struttura più definita.

L’aggiunta successiva di una copertura retrattile a un pergolato preesistente trasforma l’opera in pergotenda, con conseguente necessità di verificare la conformità alla normativa specifica. Allo stesso modo, l’installazione di chiusure laterali fisse su una pergotenda potrebbe configurarsi come creazione di una veranda e richiedere un permesso di costruire.

Quali sono le dimensioni massime di una pergotenda?

La normativa non prevede limiti dimensionali specifici per le pergotende, lasciando ampia discrezionalità ai regolamenti edilizi comunali. Questa situazione crea una certa eterogeneità sul territorio nazionale riguardo alle dimensioni massime consentite senza necessità di specifiche autorizzazioni.

In linea generale, affinché la pergotenda possa essere considerata un’opera di edilizia libera, deve mantenere caratteristiche di proporzionalità rispetto all’immobile su cui viene installata. La giurisprudenza ha più volte sottolineato che le dimensioni devono essere contenute e proporzionate alla funzione di protezione temporanea dagli agenti atmosferici.

Analizzando i regolamenti edilizi dei principali comuni italiani, emergono alcune indicazioni orientative:
• generalmente viene considerata accettabile una superficie fino a 20-25 mq senza necessità di permessi
• l’altezza massima è spesso vincolata a quella del piano su cui la pergotenda viene installata, con un limite comune intorno ai 3 metri
• molti regolamenti prescrivono distanze minime dai confini di proprietà, generalmente non inferiori a 1,5 metri.

È fondamentale sottolineare che, in contesti condominiali, potrebbero applicarsi ulteriori limitazioni derivanti dal regolamento condominiale. Alcuni possono imporre restrizioni più severe rispetto alla normativa comunale, soprattutto per quanto riguarda l’impatto estetico sulle facciate.

In caso di dubbi relativi alle dimensioni consentite nella tua località, consulta preventivamente il regolamento edilizio comunale o richiedi un parere tecnico preliminare all’ufficio tecnico del Comune. Questa precauzione può evitare contestazioni successive e potenziali sanzioni amministrative.




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