Perché rivolgersi a un architetto per le detrazioni fiscali

I motivi per cui se intendete usufruire di detrazioni fiscali per la casa dovete rivolgervi a un architetto sono diversi: in questo articolo ve li illustro.

Detrazioni fiscali per lavori edilizi

Detrazioni fiscali per la casa

Sono ormai diversi anni che i bonus per la casa forniscono un ottimo incentivo alla realizzazione di interventi di ristrutturazione e all’acquisto di nuovi mobili.

Poiché si tratta di detrazioni fiscali, il contribuente che intende avvalersene, per farsi consigliare sulla procedura da seguire, si rivolge di solito:
• al proprio commercialista
• a un CAF di fiducia.

Con tutto il rispetto per questa categoria professionale, ho dovuto però constatare che alcuni di loro hanno dichiarato ai loro clienti vere e proprie sciocchezze, del tipo:
per la sostituzione del manto di copertura di un capannone si può usufruire della detrazione 50%
• per la costruzione di un box auto non si può usufruire della detrazione perché si tratta di una nuova costruzione
• l’acquisto di elettrodomestici in classe A rientra nel cosiddetto ecobonus.

Queste informazioni scorrette possono far sorridere (o arrabbiare) l’architetto, ma per il contribuente rappresentano un rischio. Oltre a fargli perdere la possibilità di beneficiare di uno sconto fiscale, possono infatti produrre sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Perchè rivolgersi a un architetto per i bonus casa?

I motivi per i quali, se intendete usufruire di detrazioni fiscali per la casa, dovete rivolgervi a un architetto sono svariati e in questo articolo ve li illustrerò in dettaglio.
Faccio però una precisazione forse scontata, ma doverosa: il discorso vale esclusivamente per le detrazioni fiscali legate all’edilizia. Per tante altre, il professionista di riferimento per il contribuente rimane sempre un esperto commercialista.

Il ruolo del consulente fiscale resta assolutamente insostituibile anche nel caso dei bonus edilizi, per supportare il richiedente in tutti gli adempimenti di carattere strettamente tributario, come:
• indicazione della modalità per l’effettuazione dei pagamenti
• inserimento delle informazioni richieste nella dichiarazione dei redditi
cessione del credito in condominio
• archiviazione di fatture e ricevute di pagamento.

Individuazione dei lavori per i quali spettano le detrazioni fiscali

Il punto di partenza per godere dell’agevolazione è la distinzione dei lavori per i quali spetta il bonus.

Per la detrazione 50% occorre individuare la categoria di intervento edilizio: i lavori di manutenzione ordinaria, ad esempio, sono detraibili se effettuati sulle parti comuni di un condominio, ma non sulla singola unità immobiliare.

Un professionista che non si occupi di edilizia, come un fiscalista, può non essere in grado di distinguere questa categoria da quella della manutenzione straordinaria, che presenta alcuni aspetti simili.

Per la detrazione 65% la corretta individuazione degli interventi è ancora più importante, perché a diverse tipologie di lavori corrispondono differenti soglie di detraibilità delle spese sostenute.

Adempimenti per ottenere le detrazioni fiscali

Tra gli adempimenti richiesti per ottenere le detrazioni, molti sono di carattere tecnico:
• predisposizione della pratica edilizia o, se non necessaria, dell’autocertificazione
• presentazione della domanda di accatastamento o della variazione catastale a fine lavori
• invio della comunicazione all’ASL, quando previsto
• predisposizione dell’Attestato di Prestazione Energetica, per alcuni interventi di efficientamento
• invio della comunicazione ENEA per l’ecobonus
diagnosi sismica per attestare la classe di rischio per il sismabonus.

Ma per quali lavori occorre un’abilitazione amministrativa e per quali invece essa può essere sostituita da una dichiarazione sostituiva dell’atto di notorietà resa dal contribuente?
In quali casi occorre l’invio della notifica preliminare ASL? Quando serve l’APE?
A queste e altre domande può rispondere senza indecisione solo un tecnico, come l’architetto.

Contabilità separata per le detrazioni fiscali

Un altro aspetto per il quale non si può prescindere dal ricorso a un architetto è la contabilità dei lavori.

Quando si realizza un intervento edilizio, può capitare che alcune opere siano detraibili e altre no, oppure che sullo stesso immobile siano realizzate opere soggette a differenti tipologie e aliquote di detrazione.

Le imprese edilizie sono solite fatturare per stati di avanzamento lavori ed essere pagate per successivi acconti fino al saldo finale.
Siccome l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli sui documenti fiscali, è bene che abbiate una serie di fatture e relativi pagamenti corrispondenti a ciascun tipo di detrazione.

Per spiegarmi meglio, vi faccio alcuni esempi.
In una villetta privata, il proprietario decide di modificare la distribuzione interna e di realizzare alcuni lavori esterni, come la ritinteggiatura delle facciate, la sistemazione di grondaie e pluviali e la sostituzione di alcune tegole.

Gli interventi interni sono di manutenzione straordinaria e quindi detraibili, quelli esterni sono di manutenzione ordinaria e quindi non detraibili per una casa privata.
L’architetto dovrà redigere la contabilità dei lavori in maniera differenziata, in modo che l’impresa possa facilmente fare fatture separate, semplici da verificare in caso di controlli.

Secondo esempio: per la stessa villetta, il proprietario decide di fare un intervento di adeguamento antisismico delle fondazioni, con miglioramento di una classe di rischio, la solita ridistribuzione interna e di apporre un cappotto termico sulle facciate.

Si tratta di interventi soggetti a 3 differenti aliquote di detrazione:
• 70% per l’adeguamento sismico
• 50% per le opere interne
• 65% per il cappotto.

Anche in questo caso l’impresa dovrà emettere fatture distinte, per evitare confusione, e quindi basarsi su una contabilità dei lavori differenziata.

Conclusioni

Prima di concludere, vi svelo l’arcano relativo alle sciocchezze citate a inizio articolo:
1. Per la sostituzione del manto di copertura di un capannone non si può usufruire della detrazione 50%, perché questa agevolazione fiscale è riservata all’edilizia residenziale.
2. La costruzione di un posto auto pertinenziale, come un box, è l’unica eccezione in cui si può applicare la detrazione anche a un immobile di nuova costruzione.
3. Il bonus mobili include anche gli elettrodomestici a risparmio energetico (classe A) ma non ha nulla a che vedere con l’ecobonus, la detrazione 65% per interventi di efficientamento energetico degli edifici.

In conclusione, se dovete realizzare interventi edilizi per i quali è possibile fruire delle agevolazioni fiscali, non potete prescindere dal rivolgervi a questi professionisti:
• un architetto che sovrintenda a tutti gli adempimenti di carattere tecnico
• un commercialista o un centro CAF, che vi segua per lo svolgimento di tutti gli adempimenti fiscali.

Se dunque vi siete convinti di non poter fare a meno di un architetto per le detrazioni fiscali per la casa, potete richiedere una mia consulenza qui.
Ah… dimenticavo! Naturalmente, è detraibile anche la parcella dell’architetto!

(Photo credit: pixabay.com)




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9 Commenti. Nuovo commento

  • Buonasera Architetto, ho appena finito di ristrutturare casa e quindi chiuso tutte le pratiche ma volevo rifare la copertura del tetto visto che ci sono ancora le impalcature, cambiando i coppi con le lamiere grecate. Serve fare un permesso o posso fare in edilizia libera? E se non faccio il permesso posso usufruire lo stesso del bonus 50%?

    Rispondi
  • Buongiorno Architetto. Approfitto della sua competenza per una domanda. Gli oneri di urbanizzazione per un cambio di destinazione d’uso a seguito di una ristrutturazione, devono essere pagati con bonifico ordinario o parlante. Grazie

    Rispondi
    • arch. Carmen Granata
      1 Luglio 2020 11:12

      Possibilmente parlante, ma se il Comune prevede una modalità diversa non si perdono le detrazioni.

    • Rosangela Colombo
      19 Maggio 2021 2:09

      Assolutamente con BONIFICO NORMALE! I Comuni NON sono soggetti alla ritenuta d’acconto! Vedasi circolare 3E dell’agenzia delle entrate! Anche se il bonifico e’ normale, gli oneri sono COMUNQUE DETRAIBILI!
      Gli architetti non dovrebbero fare i fiscalisti….

  • adriano decarli
    12 Settembre 2019 13:39

    Una domanda: la parcella dell’architetto legata ad una ristrutturazione è soggetta ad un IVA del 10% o ad IVA del 22%.
    Grazie anticipata per la risposta.
    Adriano decarli

    Rispondi
    • arch. Carmen Granata
      13 Settembre 2019 16:41

      La parcella di un professionista è sempre con Iva al 22%. Non c’è Iva agevolata per le prestazioni professionali.

  • Grazie mille per le informazioni sicuramente utili.

    Rispondi

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