Edilizia libera: torna lo sconto in fattura

Per lavori di edilizia libera si intendono quelli che possono essere realizzati senza la presentazione di alcun titolo abilitativo al Comune.

Edilizia libera: climatizzatore EvolutionPro di Beko (photo credit Blu Wom Milano)

Cosa si intende per edilizia libera?

Gli interventi di edilizia libera sono quelli che, per definizione, possono essere realizzati liberamente, senza la presentazione di una comunicazione o la richiesta di un permesso al Comune.

Questi interventi sono disciplinati dall’art. 6 del Testo Unico dell’Edilizia (dPR 380/2001), intitolato appunto Attività Edilizia Libera.

L’elenco, più volte modificato nel corso del tempo, comprende, tra l’altro:
• gli interventi di manutenzione ordinaria di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a) dello stesso Testo
• l’installazione delle pompe di calore aria-aria di potenza termica utile nominale inferiore a 12 kW
• gli interventi di eliminazione di barriere architettoniche senza realizzazione di ascensori esterni o manufatti che alterino la sagoma dell’edificio
• le cosiddette VEPA
• le opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni, anche per aree di sosta, contenute entro l’indice di permeabilità, se stabilito dal piano urbanistico comunale
• gli impianti fotovoltaici
• le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici.

Puoi trovare una descrizione più dettagliata delle opere edilizie che puoi realizzare senza alcun permesso nell’Allegato I al Glossario dell’Edilizia Libera.

Interventi di edilizia libera agevolati con i bonus fiscali

Tra gli interventi agevolati con i bonus edilizi ve ne sono alcuni che rientrano proprio nell’edilizia libera.

Colgo l’occasione per ricordarti che, contrariamente all’opinione comune anche di molti tecnici, non è scritto da nessuna parte che, per usufruire dei bonus, sia necessario presentare una CILA. Ho spiegato questo concetto già in questo video, ma non ne ho mai abbastanza di ripeterlo, visto che questa errata convinzione continua a perdurare.

Gli interventi di edilizia libera agevolati con il bonus ristrutturazione o con l’ecobonus più frequenti sono i seguenti:
• installazione o sostituzione della caldaia
• sostituzione degli infissi
• installazione o sostituzione dei climatizzatori
• rifacimento impianto idrico o elettrico.

Come provare la data di inizio dei lavori di edilizia libera agevolati?

Il Decreto Legge 11 del 16 febbraio 2023 ha escluso la possibilità di poter optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito per i lavori di edilizia libera agevolati, facendo salve comunque le attività iniziate prima della data di entrata in vigore del provvedimento.

All’indomani dell’entrata in vigore è però sorto un problema: come dimostrare la data in cui sono stati effettuati lavori di questo tipo, visto che non necessitano di un titolo abilitativo da attivare presso il Comune e quindi la data di inizio non è indicata in alcun documento ufficiale?
È parso subito evidente che lo strumento per attestare la data di inizio lavori non potesse essere che una autocertificazione, o meglio la dichiarazione sostitutiva avente valore di atto di notorietà, in cui l’interessato, sotto propria responsabilità, rende la propria dichiarazione.

A supporto della veridicità e buona fede di quanto dichiarato ho, sin da subito, consigliato ai lettori del blog di utilizzare documenti come il certificato di collaudo dei beni installati, dove di solito è riportata proprio la data in cui l’intervento è stato effettuato.

Lo stop improvviso alla cessione aveva però determinato anche un altro problema: molti contratti di fornitura dei beni sopra citati erano già stati formalizzati, con pagamento di acconti e ordine dei prodotti, pur senza che i lavori fossero ancora iniziati.

Per questi contratti, sottoscritti sulla scorta della possibilità di poter usufruire delle agevolazioni fiscali, l’entrata in vigore repentina del decreto, senza un periodo transitorio, ha rappresentato davvero un grosso problema.

Un emendamento al decreto approvato nella giornata di ieri punta proprio a superare queste difficoltà.

Tornano lo sconto in fattura e la cessione del credito per l’edilizia libera

In base all’emendamento approvato, non è più necessario dimostrare che, alla data di entrata in vigore del decreto i lavori siano stati effettivamente realizzati, ma è sufficiente attestare che le relative attività risultino avviate.

Per dimostrare ciò, sono percorribili diverse strade, quindi possono servire i seguenti documenti:
bonifico attestante il versamento di acconti entro il 16 febbraio 2023
contratto stipulato tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori entro il 16 febbraio 2023
autocertificazione del committente (cedente) o del fornitore (cessionario).

Pertanto, se sei in possesso di uno di questi documenti, hai diritto a poter ancora optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito, al posto della detrazione IRPEF, che comunque resta sempre una strada percorribile.

Conclusioni

Attenzione: l’emendamento si applica esclusivamente ai bonus cosiddetti minori. Alcuni interventi di edilizia libera, come quelli riguardanti caldaie e infissi, possono infatti rientrare anche nel Superbonus ma, in quel caso, è richiesta comunque la presentazione della CILA-S, ovvero di un titolo abilitativo da cui si può evincere la data di inizio delle attività.

Inoltre, l’emendamento diventerà effettivo ed entrerà in vigore soltanto al momento della conversione in legge del DL 11/2023.
Per il momento il decreto è ancora in discussione in Parlamento. Lunedì 27 dovrebbero essere approvati altri emendamenti presentati e poi si proseguirà con l’iter di conversione.

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