Il baratto amministrativo può essere usato dagli enti locali, per consentire ai cittadini in difficoltà economica il pagamento di IMU, TASI e altri tributi.
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Il baratto amministrativo può essere usato dagli enti locali, per consentire ai cittadini in difficoltà economica il pagamento di IMU, TASI e altri tributi.
Il baratto amministrativo è una pratica introdotta dall’art. 24 del Decreto Sblocca Italia (convertito in Legge n° 164 del 2014) consistente nella possibilità offerta a cittadini in difficoltà economica di estinguere debiti nei confronti di enti della pubblica amministrazione, ripagandoli con l’esecuzione di lavori socialmente utili.
In periodo di crisi economica, infatti, può accadere a molte persone di trovarsi coinvolte nella perdita di un lavoro o di avere comunque un redito molto basso per cui, avendo pochi soldi a disposizione, si sceglie ovviamente di utilizzarli per soddisfare i bisogni primari piuttosto che per pagare multe e imposte.
Questi cittadini si trovano così a dover fronteggiare quella condizione di debito nei confronti della pubblica amministrazione detta morosità incolpevole, perché non dovuta alla volontà del soggetto di evadere i pagamenti.
Ed è qui che entra in gioco il baratto amministrativo, che consente ai contribuenti di onorare in qualche modo i propri debiti e alle amministrazioni comunali di potere rientrare dei soldi non incassati.
Il procedimento è stato adottato per estinguere debiti per il pagamento di IMU, TASI, TARI, TARES. Ma può essere utilizzato anche per chi non è più in grado di pagare l’affitto della casa popolare o la retta per la mensa scolastica dei figli.
D’altro canto, il pagamento dei tributi locali è previsto proprio per offrire alla collettività alcuni interventi di manutenzione e recupero del territorio urbano che ne preservino il decoro. Non puoi pagare questi tributi? Offri quindi direttamente la tua manodopera per collaborare allo scopo.
Il baratto è stato applicato per la prima volta a Invorio, piccolo comune della provincia di Novara, seguito da altri comuni in tutta Italia.
Milano è stata però la prima grande città a promuovere, proprio di recente, l’iniziativa.
A Milano, ad esempio, è stato deciso che ogni ora di lavoro sarà valutata 10 euro, per cui per estinguere un debito di 100 euro bisognerà lavorare per 10 ore e così via.
Le attività svolte sono lavori come:
• la sistemazione di aiuole
• la pulizia dei giardini
• la tinteggiatura dei muri delle scuole
• interventi di decoro urbano
• il recupero di aree e immobili inutilizzati.
L’esenzione dal pagamento delle tasse locali può essere concessa però solo per un periodo di tempo limitato, secondo quanto stabilito nei regolamenti locali.
Inoltre, i comuni possono decidere se utilizzare il lavoro socialmente utile per estinguere completamente il debito o solo in parte.
Ogni comune ha facoltà di deliberare in maniera autonoma per disciplinare il baratto amministrativo, per cui anche i requisiti per potervi accedere possono cambiare da una città all’altra.
In ogni caso però si chiede di dimostrare di vivere un periodo di particolare difficoltà economica dovuto a motivi quali:
• avere un reddito ISEE particolarmente basso
• aver perso il lavoro
• essere in cassa integrazione
• essere diventati insolventi a causa del fallimento della propria azienda
• aver dovuto sostenere spese per curare una grave malattia di un familiare.
Oltre ai requisiti di difficoltà economica, poiché si tratta di regolamenti locali, è in genere richiesto:
• residenza nel Comune presso il quale si effettua la domanda
• maggiore età del richiedente.
Nei Comuni in cui è stato istituito il baratto amministrativo, per poter accedere all’agevolazione bisognerà presentare specifica domanda nella quale dichiarare di possedere i requisiti richiesti.
Oltre a comprovare il proprio disagio economico, il contribuente deve avere naturalmente dei tributi scaduti da pagare.
Una volta accettata la domanda dall’ente, il richiedente sarà assegnato a uno dei progetti di lavoro previsti.
Il baratto amministrativo presenta indubbiamente dei vantaggi sia per i soggetti in difficoltà economica sia per gli enti stessi.
Per chi vive un periodo difficile, infatti, e non ha liquidità economica, rappresenta un modo per non trovarsi con debiti non onorati e accumulati.
Per le amministrazione pubbliche invece rappresenta un modo per avere a disposizione una forza lavoro aggiuntiva in un periodo in cui, a causa dei tagli dei trasferimenti ai comuni e dei blocchi delle assunzioni, può essere effettivamente difficile disporre di personale a cui assegnare alcuni lavori, bilanciando le mancate entrate derivanti dal non versamento dell’IMU o della TASI.
Con il baratto insomma si riesce al contempo ad aiutare i cittadini più deboli e a combattere il degrado urbano causato dalle casse comunali spesso vuote.
Non sono mancate però le voci critiche, in quanto il baratto è stato visto da alcuni come un semplice gesto simbolico che, alla fine, non risulta utile nè a chi è in difficoltà né ai comuni.
In altri casi, invece, è stato definito addirittura umiliante per le fasce più deboli della società, in quanto simile alla pratica diffusa nel Medioevo in base alla quale la parte più povera della popolazione era costretta a lavorare per ripagare i debiti nei confronti dei nobili.
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