La manutenzione caldaia è importante, sia per garantire un corretto funzionamento dell’impianto termico sia per evitare di incorrere in sanzioni pecuniarie.
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La manutenzione caldaia è importante, sia per garantire un corretto funzionamento dell’impianto termico sia per evitare di incorrere in sanzioni pecuniarie.
La manutenzione caldaia deve essere periodicamente effettuata seguendo precise scadenze. Si tratta di un appuntamento importante sia per garantire un corretto funzionamento del generatore di calore sia per evitare di incorrere nelle sanzioni pecuniarie previste dalla legge.
In ogni caso, il corretto funzionamento della caldaia, o della pompa di calore se si ha un impianto di climatizzazione, è fondamentale per consumare meno e ciò si traduce in minor inquinamento ambientale ma anche in un maggior risparmio economico.
Ma una corretta manutenzione della caldaia è fondamentale anche per motivi di sicurezza, perché si può incorrere in diversi pericoli:
• incendio del combustibile (per gli impianti a gasolio)
• intasamento dei tubi e accumulo di monossido di carbonio in stanze senza ricambio d’aria (per tutti i tipi di impianto)
• cortociruciti nell’impianto elettrico che causano incendi (anche in questo caso il rischio coinvolge tutti i tipi di caldaia)
• fuoriuscita di gas con conseguenze come intossicazioni o addirittura esplosioni (caldaie a gas metano o GPL).
La principale norma di riferimento per la periodicità dei controlli è il regolamento DPR n. 74 sul controllo dell’efficienza energetica, in vigore dal 16 aprile del 2013, che in pratica ci uniforma alle norme europee, riparando alla procedura d’infrazione per il non completo recepimento della Direttiva Europea sul rendimento energetico in edilizia 2002/91/CE.
Il compito di far eseguire i controlli deve essere svolto dal responsabile dell’impianto, corrispondente all’utilizzatore dell’alloggio (proprietario o inquilino) o all’amministratore del condominio, in caso di impianti centralizzati.
Il responsabile dell’impianto deve affidare tali controlli a un tecnico abilitato riconosciuto dal Comune.
Quando si parla di manutenzione caldaia bisogna distinguere la periodica revisione, detta anche manutenzione ordinaria, dal controllo dell’efficienza energetica, vale a dire la classica verifica dei fumi.
La revisione periodica della caldaia si rende necessaria per garantire la sicurezza dell’impianto, la riduzione dell’inquinamento e il risparmio energetico.
Per questa operazione la legge non indica una precisa periodicità ma specifica soltanto che i controlli devono essere effettuati da ditte abilitate, seguendo le indicazioni dell’impresa installatrice.
In pratica, le scadenze saranno diverse in base al tipo di impianto e al modello di caldaia.
Per sapere ogni quanto effettuare il controllo, dovete quindi attenervi a quanto indicato nelle istruzioni d’uso dell’impianto.
Se invece non trovate indicazioni né sul libretto della caldaia né sul manuale d’istruzioni, allora dovete rispettare la periodicità prevista dalle norme UNI e CEI.
In genere, comunque, sono indicati controlli da fare con cadenza annuale o biennale.
Il controllo fumi, chiamato anche controllo combustione, consiste invece nell’analizzare la combustione dell’ossido di carbonio che si concentra nell’impianto.
In questo caso, il regolamento prevede precise scadenze per effettuare i controlli, diverse a seconda della potenza dell’impianto e del combustibile utilizzato:
• 2 anni, per gli impianti con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW di potenza, a combustibile liquido o solido
• 4 anni, per gli impianti con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW di potenza, a gas metano o GPL
• ogni anno, per gli impianti termici con potenza superiore a 100 kW, a combustibile liquido o solido
• 2 anni, per gli impianti con potenza superiore a 100 kW, a gas metano o GPL.
Ovviamente la stragrande maggioranza degli impianti domestici in Italia ha una potenza inferiore a 100 kW. La periodicità differente è proporzionale al tasso di inquinamento prodotto.
Ci sono però delle eccezioni alle scadenze indicate, nei seguenti casi:
• Regioni e Provincie Autonome hanno emanato proprie norme e prevedono scadenze diverse
• il produttore dell’apparecchio o l’installatore hanno previsto delle scadenze inferiori ai 4 anni
• per i Comuni con più di 40.000 abitanti, in cui le scadenze sono regolamentate diversamente, dai DPR 412/93 e 59/1999 e dai d.Lgs. 192/2005 e 311/2006.
In quest’ultimo caso, è bene informarsi presso lo Sportello Energia del proprio Comune o Provincia su quale sia la periodicità da seguire.
Fino all’entrata in vigore del regolamento, la legge prevedeva una diversa periodicità non solo in base al tipo di combustibile ma anche, nel caso delle caldaie a metano, a seconda che fossero a focolare aperto o a camera stagna. Oggi questa distinzione non esiste più.
Inoltre, in passato i controlli dovevano essere più frequenti: la riduzione della frequenza nella tempistica è dovuta all’evoluzione tecnologica degli apparecchi.
Oltre ai controlli periodici possono esserci altri adempimenti burocratici da seguire, come:
• tenere il libretto di manutenzione
• acquistare eventuali bolli per attestare che l’intervento è stato fatto
• eventuali comunicazioni da presentare al Comune.
I Comuni provvedono a effettuare controlli a campione e, in tal caso, è necessario esibire tutta la documentazione richiesta per evitare sanzioni.
Ricordate inoltre che ogni volta che il tecnico effettua i periodici controlli di manutenzione e verifica dei fumi deve rilasciarvi un rapporto di controllo da allegare al libretto di impianto.
Il bollino blu è invece un certificato rilasciato dal tecnico a seguito del rapporto energetico sulla base dei risultati dell’analisi dei fumi e il suo costo non supera i 10 euro.
Dal 15 ottobre 2014 è in vigore un nuovo modello di libretto d’impianto, previsto per ogni nuova installazione, mentre per gli impianti esistenti viene rilasciato e compilato dal tecnico in occasione della prima manutenzione.
Si tratta di un modello unico formato da schede, in modo da essere componibile in base al tipo di impianto. Non gettate via però il vecchio libretto, in quanto esso servirà come documentazione storica dell’impianto.
Il costo della manutenzione caldaia varia a seconda delle Regioni e della ditta a cui ci si affida, ma in genere è mediamente compreso tra i 60 e gli 80 euro, mentre se si esegue anche il controllo dei fumi si arriva a 100 euro.
Ci sono però altri costi che bisogna sostenere per la messa in funzione e gestione della caldaia:
• quello relativo alla prima accensione, collaudo e primo controllo dei fumi della caldaia installata (che alcune ditte includono nel prezzo d’acquisto)
• l’eventuale estensione della garanzia, che ha un costo una tantum tra i 50 e gli 80 euro e un canone annuo intorno ai 100 euro.
Riguardo a quest’ultimo punto, bisogna dire che il costo copre, oltre ai controlli periodici previsti per legge, anche la manutenzione straordinaria ed eventuali pezzi di ricambio. Il prezzo è abbastanza elevato e, considerando che nei primi 5 anni la caldaia non dovrebbe avere molti problemi, valutate attentamente se è il caso di affrontare questa spesa.
In ogni caso, al momento di dover affidare a un termotecnico la periodica manutenzione della caldaia, vi consiglio di farvi stilare più preventivi da diverse ditte per poter confrontare e valutare prezzi e servizi offerti.
Di contro, il mancato rispetto delle scadenze per i controlli previsti, vi espone al rischio di pesanti sanzioni, così come previsto dal D. L. 192/2005:
• dai 50 ai 200 euro in caso di anomalie e mancata revisione
• dai 500 ai 3.000 euro (più rimborso dei costi di verifica) per il mancato controllo dell’efficienza di combustione
• da 500 a 600 euro se siete sprovvisti di libretto.
I Comuni, come detto, provvedono a effettuare controlli a campione, di cui gli utenti sono informati con circa 20 giorni di anticipo tramite lettera.
(Prima pubblicazione 9 dicembre 2015)
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7 Commenti. Nuovo commento
Grazie per le ottime info che ci sono in questo articolo.
Grazie a lei.
cosa devo fare per una caldaia comprata il 2013?
Segua i consigli indicati nell’articolo.
Una nostra cliente ci ha informato che è stata multata di 80 euro perchè l’unico installatore disponibile nella sua zona, non ha provveduto alla pulizia della caldaia, nonostante fosse stato ripetutamente chiamato.
Ci chiediamo: come possiamo consigliare i nostri clienti per evitare che succedano questi spiacevoli inconvenienti? E soprattutto, è normale riceve una multa senza che nessuno abbia effettuato un controllo? Grazie.
Da chi è stata comminata la multa? In ogni caso mi pare improbabile che ci si debba affidare a una sola persona per una manutenzione, quindi non si può attribuire la colpa all’installatore.
Da come abbiamo compreso, l’installatore è proprio l’unico che opera in quella zona e purtroppo non era possibile affidarsi ad altri per adempiere a questo dovere. Ad ogni modo la multa è stata recapitata per posta ma purtroppo non sono a conoscenza di chi fosse il mittente. Ci informeremo meglio.
Grazie.