Guida alla scelta del radiatore

Il radiatore è il terminale di un impianto di riscaldamento ed è composto da un numero di elementi che dipende dalle dimensioni dell’ambiente da riscaldare.

Radiatore in acciaio Arpa di Irsap (photo credit www.irsap.it)

Radiatore in acciaio Arpa di Irsap (photo credit www.irsap.it)

Come è fatto un radiatore?

Il radiatore, detto anche termosifone o calorifero, è il terminale di un impianto di riscaldamento ed è composto da un numero variabile di elementi, dipendente dalla grandezza dell’ambiente da riscaldare.

Sul radiatore sono presenti tre valvole:
• la valvola di spurgo serve a espellere l’aria presente che impedirebbe la circolazione dell’acqua e il riscaldamento degli elementi
• il detentore si trova dalla parte opposta alla valvola di spurgo e serve a regolare la velocità di scorrimento dell’acqua
• il termostato permette di regolare l’ingresso dell’acqua in modo da renderlo più o meno caldo fino a spegnerlo del tutto in ambienti dove non serve, mentre la caldaia continua a funzionare e ad alimentare gli altri radiatori.

Come funziona un radiatore?

Il riscaldamento tradizionale funziona utilizzando come vettore acqua calda riscaldata a temperature intorno a 60 – 80 gradi, che circola all’interno degli elementi cavi del radiatore ed è immessa nel circuito da una caldaia.

La circolazione dell’acqua può avvenire in maniera:
naturale, quando sono le sue stesse temperature a determinarne il movimento all’interno di un circuito idraulico
forzata, quando il movimento avviene per mezzo dell’ausilio di una pompa.

La caldaia deve essere alimentata ovviamente da un combustibile; in Italia è utilizzato in genere un gas (metano o GPL) o, nelle zone ancora non servite, il gasolio.
Negli ultimi anni si stanno diffondendo però anche nel nostro Paese le fonti di energia alternative e rinnovabili, per cui l’acqua può essere riscaldata con generatori a biomassa (stufe e camini a legna o pellet) o con pannelli solari.

Il radiatore riscalda l’ambiente secondo due possibili modalità, legate a principi fisici:
• per convezione
• per irraggiamento.

La convezione è il sistema tradizionalmente diffuso e prevede la trasmissione del calore all’aria che circonda il calorifero che poi la trasporterà a sua volta a tutto l’ambiente.
Questo sistema presenta però degli inconvenienti perché aumenta la circolazione delle polveri, rende l’aria secca e comporta elevati consumi di combustibile.

Il sistema per irraggiamento invece sfrutta lo stesso principio con cui il Sole riscalda la Terra. Bisogna dire però che i radiatori che utilizzano questo principio riescono a trasmettere solo il 50% del calore per via radiante, ma ciò consente comunque un buon risparmio energetico, perché permette di sfruttare temperature più basse per il fluido vettore.

Materiali con cui può essere realizzato un radiatore

I materiali comunemente impiegati per la realizzazione di termosifoni sono:
• la ghisa
• l’alluminio
• l’acciaio.

I primi radiatori erano realizzati in ghisa, una lega di ferro e carbone particolarmente idonea perché dotata di una elevata inerzia termica, per cui, pur riscaldandosi lentamente, accumula il calore e lo mantiene a lungo, rilasciandolo lentamente in ambiente.

La ghisa ha però lo svantaggio di avere un peso specifico molto elevato, pertanto i termosifoni risultano pesanti e scomodi da trasportare e installare ed è per questo che nell’edilizia moderna è andata in disuso.
Tuttavia i termosifoni in ghisa sono ancora prodotti, in particolare per essere inseriti in edifici di carattere storico o di ambientazione rustica.

Questo materiale è stato progressivamente soppiantato, in particolare negli ultimi 40 anni, da materiali più leggeri e facilmente plasmabili, quali l’alluminio e l’acciaio.

L’alluminio, in particolare, è il materiale oggi più diffuso perché si riscalda molto velocemente ed è quindi adatto agli immobili in cui i locali devono essere riscaldati in breve tempo.
Di contro, perde calore altrettanto velocemente, per cui non si può far conto sul tepore latente che permane anche dopo lo spegnimento dell’impianto, come accade con i radiatori in ghisa.

L’acciaio può considerarsi il giusto compromesso, per quanto riguarda l’inerzia termica, tra ghisa e alluminio.

Di recente hanno incominciato a diffondersi anche i caloriferi in polipropilene, un materiale plastico molto resistente alle alte temperature, capace di condurre e trattenere in maniera ottimale il calore e facilmente lavorabile.

Come scegliere il radiatore

Per progettare un impianto di riscaldamento, il termotecnico tiene conto di una serie di elementi:
• la tipologia di edifico (condominio, casa unifamiliare, villa a schiera, ecc.)
• le caratteristiche costruttive, come la presenza di materiali isolanti, la tipologia di infissi, ecc.
• le dimensioni in metri cubi degli ambienti da riscaldare, necessarie per il dimensionamento e la determinazione del numero di elementi.

Per scegliere il materiale del radiatore bisogna valutare pro e contro di ciascuna tipologia e abbinarli alle proprie abitudini di vita.

La ghisa, come ho detto in precedenza, mantiene il calore accumulato a lungo e anche a caldaia spenta e lo stesso si può dire dell’acciaio. Questi materiali quindi sono adatti per case in cui c’è costante permanenza di persone.

L’alluminio invece si riscalda e si raffredda quasi immediatamente, per cui è adatto alle case in cui non si vive abitualmente, ad esempio le seconde case, o si trascorrono solo poche ore al giorno a causa del lavoro.
È adatto anche ai climi molto freddi, dove si desidera un riscaldamento istantaneo all’accensione dell’impianto.

I radiatori in acciaio sono molto più leggeri di quelli in ghisa ma decisamente più robusti di quelli in alluminio, possono però arrivare a costare il doppio degli altri modelli.

Quelli in ghisa, oltre a non essere adatti a contesti moderni, presentano anche maggiore difficolta per la pulizia e per la manutenzione, visto che sono soggetti alla formazione di ruggine.

Uno degli elementi da valutare al momento dell’acquisto di un radiatore è la sua resa termica. Tale valore, espresso in Watt, deve essere obbligatoriamente fornito dai produttori.
La resa termica serve anche al termotecnico per calcolare il numero di elementi necessari per riscaldare ogni stanza, in funzione delle calorie necessarie.

Quanto costa un radiatore?

Il prezzo di un radiatore, che si acquista presso i negozi di idraulica o i centri commerciali specializzati, dipende da diversi fattori:
• il materiale con cui è costruito
• il numero di elementi da cui è composto
• le sue dimensioni complessive.

Oggi si vanno molto diffondendo anche i cosiddetti termoarredi o scaldasalviette, disponibili nelle forme e dimensioni più particolari, tanto da diventare dei veri e propri complementi d’arredo. In questo caso sul prezzo incide anche ovviamente il design e la marca del prodotto.

Mediamente il costo di un radiatore può andare dai 50 ai 150 euro se in ghisa, per salire dai 100 ai 300 euro se in alluminio o acciaio.

Alcuni modelli sono disponibili su Amazon.it:
• RADIATORI ALLUMINIO GLOBAL
• Hudson Reed Delta
Fondital.



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6 Commenti. Nuovo commento

  • Erika Tanzi
    17 Maggio 2022 20:32

    Buonasera,
    i ventilconvettori ad acqua (quelli della Sabiana) possono essere considerati beni significativi?
    grazie

    Rispondi
  • Sapete indicarmi dove posso acquistare dei termosifoni realizzati in materiale plastico (polipropilene)?

    Rispondi
    • arch. Carmen Granata
      14 Dicembre 2020 17:41

      Cerchi le aziende produttrici su Google. Sui rispettivi siti troverà il rivenditore a lei più vicino.

  • i ventilconevttori a metano (quelli della robur) possono esser considerati radiatori e quindi beni significativi?
    grazie

    Rispondi

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