Video asseverazione: i professionisti non ci stanno

Inaccettabile, offensiva, vessatoria e irrispettosa della privacy: è la richiesta di video asseverazione avanzata dalla piattaforma Deloitte.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Video asseverazione: la richiesta di Deloitte

Deloitte è una società che offre consulenza alle imprese e, sin dalla comparsa del Superbonus 110% con il Decreto Rilancio, affianca uno dei principali istituito di credito italiani (IntesaSanPaolo) per la gestione delle pratiche relative alla cessione del credito.

Come avviene anche con altre piattaforme dedicate a questi servizi, gestite da società simili, spesso a professionisti e clienti vengono richiesti molti più documenti di quelli effettivamente necessari e indicati dalla normativa. Richieste che rendono necessari adempimenti aggiuntivi non previsti per legge, aumentano oneri e responsabilità dei professionisti e allungano i tempi di evasione delle pratiche.

L’ultima richiesta arrivata da Deloitte ha però superato ogni limite, mandando su tutte le furie noi professionisti dell’edilizia e le nostre associazioni di categoria.

La società infatti non si accontenta delle asseverazioni richieste dalla normativa né della relazione fotografica prevista ad esempio da altre società, ma con la piattaforma Deloitte banca e cessione del credito prevede di integrare la documentazione con una prova video per dare valore alle asseverazioni prodotte.

La realizzazione della video asseverazione è richiesta per provare:
• il raggiungimento del SAL 30% per le unifamiliari necessario per poter usufruire del Superbonus fino al 31 dicembre
• il raggiungimento degli stati di avanzamento lavori necessari per poter presentare la richiesta di cessione del credito.

La pretesa appare quanto mai inopportuna, soprattutto perché arriva proprio all’indomani delle semplificazioni normative introdotte dal decreto Aiuti bis che, limitando la responsabilità solidale dei cessionari, avrebbe dovuto rimettere in moto tutto il meccanismo delle cessioni.

Come deve essere prodotta la video asseverazione

Deloitte ha fornito precise indicazioni sulle modalità con cui deve essere girato il video e sui suoi contenuti.

Il video, della durata massima di 5 minuti, deve essere girato presso l’immobile oggetto di intervento, che deve essere facilmente individuabile, inquadrando elementi come:
• il cartello di cantiere
• il numero civico
• il contesto urbanistico circostante.

Come se non bastasse, deve anche essere inquadrato lo stesso tecnico asseveratore, mostrando il tesserino dell’ordine di appartenenza e un documento di riconoscimento.
Il tecnico deve confermare le lavorazioni eseguite, inquadrandole, e citarne i relativi importi contabilizzati.

È richiesta la produzione di un video per:
• ciascuno stato di avanzamento lavori
• la fine lavori
• ciascuna asseverazione (quella per ENEA, l’asseverazione sismica e quella per la congruità della spesa).

Chi deve produrre la video asseverazione

Come spiegato nel paragrafo precedente, la video asseverazione deve essere prodotta dal tecnico asseveratore (architetto, ingegnere o geometra).

In alcuni casi, però, deve essere realizzato un ulteriore video da altri soggetti, nella fattispecie installatori e impiantisti.

Si tratta del caso in cui l’intervento preveda esclusivamente l’installazione di impianti o la sostituzione di infissi presso singole unità immobiliari (se le unità sono in condominio, non deve trattarsi di interventi trainati).

In questo caso devono essere indicati nel video:
• i dati e la qualifica dell’installatore
• la matricola del macchinario installato.

Come detto, le associazioni di categoria sono sul piede di guerra. Vediamo allora quali sono state le loro reazioni.

Video asseverazione: la reazione delle associazioni di categoria

Inaccettabile, offensiva, vessatoria e irrispettosa della privacy di professionisti e cittadini. Così viene bollata la richiesta dalle associazioni di categoria che hanno espresso la loro più profonda indignazione.

Inarsind è l’Associazione Sindacale di Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti. La sua posizione è estremamente chiara: la richiesta è considerata a dir poco offensiva e, dal punto di vista giuridico, addirittura vessatoria.

La richiesta infatti è arrivata, nel caso del SAL per le unifamiliari, a soli 14 giorni dalla scadenza prevista.
Inarsind ricorda che sono già previsti numerosi adempimenti a carico dei professionisti che dovrebbero tutelare le banche, quali:
• dichiarazioni asseverate
• sottoscrizione di una polizza professionale di massimale pari all’importo dei lavori
• invio di una PEC ai committenti e all’impresa, contenente dichiarazioni e tutta la documentazione probatoria possibile (foto, SAL, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure).

La produzione di un video, inoltre, non tutelerebbe la privacy di quei privati cittadini proprietari e abitanti di immobili non interessati dai lavori che inevitabilmente potrebbero essere coinvolti nelle riprese.

RPT, la Rete delle Professioni Tecniche, è andata oltre il semplice invito a Deloitte a recedere dalla richiesta, avanzata da Inarsind, annunciando l’invio di una diffida e l’intenzione di sottoporre la questione alla Commissione di monitoraggio, alle istituzioni e alle forze politiche.

Ulteriore diffida arriva dal CNAPPC, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che si è fatto portavoce delle proteste sollevate dalla categoria.

Conclusioni

Come fatto osservare dalle associazioni citate, la richiesta di Deloitte non può avere riscontro per diversi motivi:
• si rivela vessatoria, alla luce dell’art. 1341 del Codice dei Contratti
• rappresenta una pericolosa violazione della privacy
• non ha alcun rilievo rispetto alle vigenti disposizioni in materia di antiriciclaggio o di responsabilità dell’impresa.

La richiesta è inoltre offensiva per la nostra categoria perché mette in dubbio l’autenticità delle asseverazioni, strumento previsto dalla legge, con il quale il professionista si fa garante di quanto dichiarato e la cui non veridicità lo espone a gravi responsabilità penali.

L’adempimento arrivato a pochi giorni da una importante scadenza prevista, cambiando in pratica le regole in corsa, denota inoltre una assoluta mancanza di rispetto per tutta la categoria, che già sta vivendo un difficile periodo a causa di una vera e propria isteria legislativa, con continue modifiche normative difficili da inseguire.

Pertanto, l’auspicio è che la richiesta venga al più presto ritirata. Ovviamente, in caso di novità provvederò ad avvisarti tempestivamente, per cui, per essere informato in tempo reale su questo argomento, segui le mie pagine Facebook e Twitter e iscriviti al mio canale YouTube.




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