Condono edilizio 2023: la proposta di Salvini

Sta facendo molto discutere in questi giorni la proposta avanzata da Salvini per un possibile nuovo condono edilizio di piccole irregolarità.

condono edilizio

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Condono edilizio 2023: si torna ancora una volta a parlarne

Sta facendo molto discutere in questi giorni la proposta ventilata dal ministro Salvini di un possibile nuovo condono edilizio.
Si tratta di un argomento spesso rilanciato quando un Governo, soprattutto di una certa parte politica, arriva alla soglia della Legge di Bilancio ed è alla ricerca di risorse economiche per far cassa.

La proposta ha provocato la reazione negativa delle opposizioni perché purtroppo basta anche soltanto accennare a un’ipotesi del genere per incentivare il compimento di ulteriori illeciti edilizi.

Senza entrare nella polemica, bisogna dire che il ministro ha parlato della possibilità di sanare piccole irregolarità che spesso ostacolano l’ordinaria attività edilizia, lasciando le pratiche bloccate per mesi negli uffici comunali.

Bisognerebbe però capire cosa si intende per piccole irregolarità. Molte di queste sono in realtà già oggi regolarizzabili con il ricorso a una comune sanatoria edilizia o non sono vere irregolarità perché rientranti nelle cosiddette tolleranze costruttive.

Ti ricordo infatti che condono edilizio e sanatoria edilizia sono due cose diverse, come ho spiegato tempo fa in un articolo dedicato.

Un disegno di legge della Lega sul condono edilizio 2023

Sul tema del condono edilizio esiste in realtà già un disegno di legge presentato dalla Lega in Parlamento lo scorso 7 giugno e attualmente sottoposto al vaglio della Commissione Ambiente.

La proposta parte dal presupposto di eliminare il requisito della doppia conformità. Attualmente, infatti, la legge prevede che un intervento edilizio irregolare, per poter essere sanato, sia conforme contemporaneamente alla normativa vigente nel momento in cui l’illecito è stato commesso e a quella in vigore nel momento in cui si chiede la regolarizzazione.

La nuova norme invece concede di poter sanare l’intervento quando questo sia conforme unicamente alla legge in vigore attualmente. Si tratta del principio della cosiddetta sanatoria giurisprudenziale già applicato da alcune Regioni.

Pertanto, non si tratterebbe di una sanatoria indiscriminata, ma riguardante unicamente illeciti realizzati al tempo in assenza o in difformità dal titolo autorizzativo ma che comunque oggi sarebbero realizzabili. Niente sanatoria invece per costruzioni su terreni non edificabili, ampliamenti laddove la volumetria disponibile è già esaurita e così via.

Contenuti del ddl sul condono edilizio 2023

Per poter sanare è previsto il pagamento di una sanzione pari a:
• una somma da 516 a 5.164 euro se era stata presentata la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività)
• una somma da calcolare sui costi di costruzione, negli altri casi.

Il disegno di legge prevede che questo condono possa essere richiesto unicamente per gli abusi commessi prima del 30 giugno 2003, data di entrata in vigore del Testo Unico dell’Edilizia (dpr 380/01).
Questo perché, secondo i relatori, sarebbe difficile risalire alle norme in vigore nei vari Comuni prima di questa data e dimostrare quindi la doppia conformità.

Un altro aspetto interessante è che la richiesta di sanatoria si considererebbe ottenuta nel caso in cui il Comune non rispondesse all’istanza entro 60 giorni dalla sua presentazione (silenzio-assenso).
Attualmente, invece, i procedimenti amministrativi di sanatoria sono soggetti a silenzio-diniego nel caso in cui, entro i termini stabiliti, non arrivi la risposta del Comune.

Dal mini condono previsto in questo disegno di legge risultano esclusi gli immobili che non rispettano le norme antisismiche e quelle paesaggistiche.

Attenzione: le norme descritte riguardano un disegno di legge presentato come detto dalla Lega lo scorso giugno. Non sappiamo se un eventuale condono dell’esecutivo partirà da questa proposta e presenterà queste stesse caratteristiche.

Conclusioni

L’ipotesi di un mini condono non deve essere respinta senza una valutazione attenta. Chiunque si sia trovato nella necessità di presentare una pratica per la ristrutturazione della propria casa o per la vendita dell’immobile, potrebbe essersi imbattuto in piccole o grandi difformità di cui non era a conoscenza.

L’esperienza del superbonus è stata molto illuminante in questo senso: è stato necessario introdurre la CILA-S, una pratica sui generis che non richiede la dichiarazione di conformità, per sbloccare la situazione.
Ciò è dovuto al fatto che in passato non si era molto rigidi nel rispetto del titolo autorizzativo durante la costruzione di un edificio e, allo stesso modo, al momento della vendita di un immobile, ci si limitava a dichiararne la conformità catastale.

Insomma, da diversi anni noi tecnici chiediamo a gran voce un provvedimento che possa risolvere questa situazione.

Al momento, ricordo che quella del condono edilizio è soltanto una ipotesi buttata lì nel corso di una intervista. Nelle prossime settimane ne sapremo di più.

Pertanto, per essere informato in tempo reale quando ci saranno ulteriori novità su questo argomento, segui le mie pagine Facebook e Twitter e iscriviti al mio canale YouTube.

Voglio concludere con una piccola provocazione: perché in tanti vi preoccupate della Direttiva Case Green che (solo in teoria) dovrebbe vietare di vendere gli immobili anziché focalizzarvi sulle eventuali difformità presenti nei vostri immobili, le quali sono effettivamente in grado di ostacolare le compravendite?




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