Bonus caldaie 2025: non tutti gli apparecchi sono esclusi! Scopri quali sono le soluzioni incentivate che ti faranno risparmiare sulle spese.
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Bonus caldaie 2025: non tutti gli apparecchi sono esclusi! Scopri quali sono le soluzioni incentivate che ti faranno risparmiare sulle spese.
Vivo90 di MCZ (photo credit BluWom Milano)
Ecco cosa troverai in questo articolo:
Dall’inizio di quest’anno il bonus caldaie ha subito un notevole ridimensionamento: tutti gli apparecchi alimentati a combustibili fossili sono stati esclusi dagli incentivi del bonus ristrutturazione, dell’ecobonus e del superbonus. Questo cambiamento rappresenta una svolta epocale nel settore dell’efficienza energetica domestica, ma non significa che tutte le opportunità di risparmio siano svanite.
La limitazione che oggi affrontiamo è frutto delle disposizioni previste dalla Direttiva Case Green ed è stata recepita in Italia con l’ultima Legge di Bilancio. Questo quadro normativo rappresenta parte di una strategia più ampia dell’Unione Europea per la transizione energetica degli edifici e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
La Circolare 8/E del 19 giugno 2025 spiega nel dettaglio i nuovi confini dei bonus edilizi per gli impianti di riscaldamento e quali apparecchi possono ancora usufruirne. In questo articolo vedremo appunto in quali casi puoi continuare a usufruire del bonus caldaie.
L’articolo 17, paragrafo 15, della Direttiva (UE) 2024/1275 (Case Green), relativa alla prestazione energetica nell’edilizia, stabilisce che, a partire dal primo gennaio 2025, gli Stati membri non devono più offrire incentivi finanziari per l’installazione di caldaie uniche alimentate a combustibili fossili.
Ma cosa si intende per caldaie uniche? Lo spiega la Comunicazione 2024/6206 del 18 ottobre 2024 della Commissione Europea, che ha fornito i chiarimenti tecnici necessari per interpretare correttamente la normativa.
La Comunicazione chiarisce che le caldaie uniche a combustibili fossili sono quelle:
• che funzionano con fonti di energia non rinnovabili (come gas, carbone, petrolio)
• non sono combinate con generatori che usano fonti rinnovabili a coprire una parte significativa del fabbisogno energetico.
In pratica, se la rete locale del gas da cui la caldaia si alimenta trasporta prevalentemente gas naturale di origine fossile, il dispositivo è considerato a combustibili fossili e quindi escluso dagli incentivi. Se invece la rete distribuisce in maggioranza gas rinnovabile come il biometano, la caldaia rientra tra i dispositivi che ancora possono usufruire di incentivi.
Tuttavia, c’è un ulteriore livello di complessità normativa che devi considerare. Anche se la Direttiva europea non impone direttamente un divieto agli incentivi per le caldaie alimentate con combustibili rinnovabili, è il Regolamento sull’etichettatura energetica a porre dei limiti più stringenti in merito alle prestazioni minime richieste.
Secondo questo Regolamento, possono beneficiare di agevolazioni fiscali o incentivi solo i prodotti che rientrano nelle due classi energetiche più elevate del sistema di etichettatura europeo. Questo requisito di efficienza rappresenta una barriera tecnica significativa per molti apparecchi tradizionali.
Il problema tecnico che si presenta è che le caldaie uniche – cioè quelle non integrate in sistemi ibridi o impianti combinati con pompe di calore o solare termico – attualmente non riescono a raggiungere queste classi di efficienza energetica superiori, nemmeno se alimentate con fonti rinnovabili. Le prestazioni energetiche richieste sono semplicemente troppo elevate per questa tipologia di apparecchi.
Di conseguenza, non possono accedere agli incentivi, non per una questione legata al tipo di combustibile, ma per il fatto che non soddisfano i requisiti minimi di efficienza stabiliti a livello europeo. Questa distinzione è fondamentale per comprendere la logica alla base delle nuove regole.
Fanno eccezione:
• le caldaie alimentate da combustibili ottenuti da biomassa (gas o liquidi)
• le caldaie a biomassa solida.
Queste tipologie hanno infatti un’etichettatura energetica specifica e possono rientrare nelle classi più efficienti grazie alle loro caratteristiche tecniche superiori e al diverso sistema di valutazione delle prestazioni ambientali.
Pertanto, oggi sono esclusi dagli incentivi:
• caldaie a condensazione alimentate a combustibili fossili
• generatori d’aria calda a condensazione alimentati a combustibili fossili.
Questa esclusione riguarda la stragrande maggioranza delle caldaie tradizionalmente installate nelle abitazioni italiane e rende necessaria una completa rivalutazione delle strategie di riscaldamento domestico.
Gli impianti che ancora possono usufruire di incentivi sono dunque quelli che rappresentano il futuro del riscaldamento domestico efficiente. Ci sono però impianti e tecnologie tradizionali ancora agevolabili. Si tratta di:
• stufe e apparecchi di microcogenerazione (non considerati caldaie)
• microcogeneratori, anche se alimentati a combustibili fossili
• generatori a biomassa
• pompe di calore ad assorbimento a gas (non assimilabili alle caldaie classiche)
• sistemi ibridi, cioè pompe di calore integrate con caldaie a condensazione, assemblate in fabbrica e progettate per funzionare insieme.
Le pompe di calore ad assorbimento, invece di funzionare con l’elettricità come quelle tradizionali, utilizzano il calore prodotto da una fonte esterna (di solito gas naturale o biomassa) per generare energia termica con elevata efficienza.
Il principio di funzionamento è questo: all’interno dell’impianto ci sono due sostanze (solitamente ammoniaca e acqua) che, attraverso un ciclo continuo di assorbimento e rilascio, permettono di trasferire calore da una fonte fredda a una più calda (ad esempio dall’aria esterna all’interno dell’abitazione) con un rendimento superiore rispetto ai sistemi tradizionali.
Anche se usano gas o biomassa come fonte primaria di energia, sono quindi considerate molto efficienti dal punto di vista energetico, perché riescono a produrre più calore rispetto all’energia primaria consumata.
Grazie a questa efficienza superiore, possono rientrare nelle classi energetiche più alte richieste dal Regolamento europeo sull’etichettatura energetica. In pratica, sono ammesse agli incentivi non per il tipo di combustibile che usano, ma perché raggiungono gli standard minimi di efficienza richiesti dalla normativa, superando le barriere tecniche che escludono le caldaie tradizionali.
I sistemi ibridi meritano una considerazione particolare. Sono accettati solo in questo periodo di transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili. Gli Stati membri sono tenuti quindi al loro monitoraggio per verificare che contribuiscano effettivamente agli obiettivi climatici dell’Unione Europea.
Ti ricordo che l’agevolazione è ancora ammessa per le spese sostenute nel 2024 anche se i lavori si sono protratti e si concluderanno quest’anno.
Per il bonus ristrutturazione il nuovo divieto riguarda sia gli interventi di sostituzione che le nuove installazioni.
Per il superbonus c’è un’eccezione importante che potresti ancora sfruttare se ti trovi nelle condizioni appropriate. Se la CILA-S o la richiesta di titolo abilitativo per demolizione e ricostruzione sono state presentate prima dell’entrata in vigore delle nuove regole, la sostituzione della caldaia può ancora contribuire al miglioramento di almeno due classi energetiche (o al raggiungimento della più alta possibile) anche se effettuata nel 2025.
Questo momento di cambiamento normativo rappresenta un’opportunità unica per ripensare completamente il sistema di riscaldamento della casa, orientandoti verso soluzioni tecnologicamente avanzate e ambientalmente sostenibili.
Le nuove regole spingono verso tecnologie più efficienti che, nel lungo termine, si riveleranno più economiche e performanti. La transizione energetica non è solo un obbligo normativo, ma un investimento strategico nel futuro che ti garantirà maggiori risparmi energetici, costi di gestione inferiori e un valore immobiliare superiore.
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