La donazione casa con mutuo richiede attenzione perché implica il trasferimento non solo della proprietà, ma anche del debito verso la banca.
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La donazione casa con mutuo richiede attenzione perché implica il trasferimento non solo della proprietà, ma anche del debito verso la banca.
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Ecco cosa troverai in questo articolo:
La risposta è sì, puoi donare un immobile anche quando è ancora gravato da mutuo ipotecario. Tuttavia, questa operazione richiede particolare attenzione perché implica il trasferimento non solo della proprietà, ma anche della responsabilità del debito residuo verso la banca.
Dal punto di vista giuridico, la donazione di un bene ipotecato è perfettamente legale secondo l’articolo 2811 del Codice Civile. La legge non vieta di donare beni gravati da debiti, ma è fondamentale che il donatario (chi riceve la casa) sia pienamente consapevole della situazione debitoria e accetti espressamente di subentrare nel mutuo.
La banca creditrice mantiene tutti i suoi diritti sull’immobile attraverso l’ipoteca, indipendentemente dal cambio di proprietà. Questo significa che se le rate del mutuo non vengono pagate, l’istituto di credito può sempre procedere con il pignoramento e la vendita forzata dell’immobile, anche se ora appartiene al donatario.
Un aspetto cruciale da considerare è che molte banche inseriscono nei contratti di mutuo clausole specifiche che richiedono autorizzazione preventiva per qualsiasi trasferimento di proprietà. Violare queste clausole potrebbe comportare la risoluzione anticipata del contratto e la richiesta immediata di restituzione dell’intero debito residuo.
La procedura per donare una casa con mutuo in corso richiede diversi passaggi da eseguire nel giusto ordine per evitare complicazioni legali e finanziarie.
Il primo passo fondamentale è ottenere il consenso della banca. Devi contattare l’istituto di credito che ha erogato il mutuo e richiedere formalmente l’autorizzazione al trasferimento della proprietà. La banca valuterà la situazione reddituale e patrimoniale del donatario per verificare la sua capacità di far fronte agli obblighi di pagamento. Questo processo può richiedere dalle 4 alle 8 settimane e potrebbe comportare costi aggiuntivi di istruttoria.
Una volta ottenuta l’autorizzazione, dovrai recarti dal notaio per la stipula dell’atto di donazione. Il notaio verificherà tutti i documenti necessari, inclusa l’autorizzazione della banca, e procederà con la redazione dell’atto. Durante questa fase è essenziale che nel rogito vengano specificati chiaramente tutti i dettagli del mutuo residuo, compreso l’importo esatto del debito alla data della donazione.
La documentazione richiesta include:
• atto di provenienza dell’immobile
• planimetria catastale aggiornata
• copia integrale del contratto di mutuo originario
• autorizzazione scritta della banca
• attestato di prestazione energetica (APE)
• dichiarazioni fiscali del donatario degli ultimi due anni.
Dopo la stipula, il notaio procederà con la trascrizione dell’atto presso i registri immobiliari e aggiornerà la situazione ipotecaria, annotando il cambio di proprietà ma mantenendo l’ipoteca a garanzia del debito residuo.
Donare una casa con mutuo a figli minorenni presenta complessità aggiuntive che richiedono particolare attenzione per tutelare l’interesse del minore e rispettare le normative di protezione.
Quando il beneficiario della donazione è minorenne, non può accettare personalmente la donazione né assumere l’obbligo del mutuo. Devono intervenire i genitori (se viventi) o il tutore legale, che agiranno in rappresentanza del minore. Tuttavia, accettare una donazione che comporta anche l’assunzione di debiti può essere considerato un atto di straordinaria amministrazione che richiede l’autorizzazione del Tribunale per i minorenni.
Il Tribunale valuterà se la donazione è effettivamente vantaggiosa per il minore, considerando il valore dell’immobile rispetto al debito residuo del mutuo. Se il valore dell’immobile supera significativamente il debito, l’autorizzazione sarà probabilmente concessa. In caso contrario, il Tribunale potrebbe negare l’autorizzazione per proteggere il patrimonio del minore.
Un aspetto importante da considerare è che il minore, una volta raggiunta la maggiore età, avrà il diritto di rinunciare alla donazione se questa risulta svantaggiosa per la sua situazione patrimoniale. Questo diritto può essere esercitato entro un anno dal compimento dei 18 anni.
Dal punto di vista pratico, molte banche sono riluttanti ad autorizzare trasferimenti di mutui a favore di minorenni, preferendo attendere il raggiungimento della maggiore età.
La donazione a figli maggiorenni risulta generalmente più semplice e diretta, ma richiede comunque attenzione per evitare problemi futuri e ottimizzare gli aspetti fiscali.
Il figlio maggiorenne può accettare autonomamente la donazione e assumere direttamente l’obbligo del mutuo senza necessità di autorizzazioni giudiziarie. Tuttavia, è fondamentale che comprenda pienamente le responsabilità che sta assumendo, inclusa la possibilità di perdere l’immobile in caso di inadempimento nel pagamento delle rate.
Prima di procedere, è consigliabile che il figlio si sottoponga a una valutazione della propria situazione creditizia presso la banca. Molti istituti di credito richiedono la presentazione di garanzie aggiuntive o la modifica delle condizioni contrattuali originarie, specialmente se il reddito del figlio è inferiore a quello del genitore donante.
Un aspetto da valutare è la possibilità di mantenere il genitore donante come coobbligato nel mutuo. Questa soluzione offre maggiori garanzie alla banca e può facilitare l’autorizzazione, ma comporta per il donante il mantenimento della responsabilità per il debito anche dopo aver perso la proprietà dell’immobile.
È importante anche considerare l’impatto della donazione sui rapporti tra fratelli e sorelle. La donazione di un immobile a uno solo dei figli può creare squilibri nella successione futura e potenziali conflitti familiari. Per questo motivo, molte famiglie optano per donazioni multiple o prevedono meccanismi di compensazione negli atti di donazione.
Quando l’immobile con mutuo è cointestato tra più proprietari, la situazione diventa più complessa e richiede il coordinamento di tutti i comproprietari.
Se la casa è cointestata tra coniugi e uno dei due vuole donare la propria quota, è necessario il consenso dell’altro coniuge e l’autorizzazione della banca. La banca dovrà valutare se il mantenimento di un solo proprietario come debitore del mutuo offre garanzie sufficienti per il recupero del credito.
Nel caso di comproprietà tra più soggetti non coniugati, ogni proprietario può donare la propria quota indipendentemente, ma la banca potrebbe richiedere garanzie aggiuntive o la modifica delle condizioni contrattuali. È importante verificare che nel contratto di mutuo originario non siano presenti clausole di solidarietà che impediscano trasferimenti parziali.
Una situazione particolare si verifica quando si vuole donare l’intero immobile ma questo è gravato da mutui distinti intestati a proprietari diversi. In questo caso, sarà necessario ottenere l’autorizzazione di tutte le banche coinvolte e coordinare le procedure di trasferimento per evitare incongruenze legali.
Dal punto di vista fiscale, la donazione di una casa gravata da mutuo presenta alcune specificità che possono influire significativamente sui costi complessivi dell’operazione.
L’imposta di donazione viene calcolata sul valore catastale dell’immobile al netto del debito residuo del mutuo alla data della donazione. Questo significa che se la casa vale 300.000 euro ma il mutuo residuo è di 150.000 euro, l’imposta sarà calcolata su 150.000 euro. Le aliquote variano in base al grado di parentela:
• donazioni a coniuge e figli: imposta del 4% con franchigia di 1 milione di euro per beneficiario
• donazioni a fratelli e sorelle: imposta del 6% con franchigia di 100.000 euro per beneficiario
• donazioni ad altri parenti: imposta del 6% senza franchigia fino al 4° grado, 8% oltre.
È importante considerare che il donatario, subentrando nel mutuo, può continuare a beneficiare delle detrazioni fiscali per interessi passivi sul mutuo per l’acquisto della prima casa, purché l’immobile mantenga i requisiti di abitazione principale.
I costi notarili sono generalmente più elevati a causa della maggiore complessità dell’operazione e della necessità di coordinamento con la banca.
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