I rapporti aeroilluminanti rappresentano la relazione tra la superficie delle finestre di ogni stanza e la superficie di pavimento di queste.
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I rapporti aeroilluminanti rappresentano la relazione tra la superficie delle finestre di ogni stanza e la superficie di pavimento di queste.
Navello City – finestra in legno e alluminio con telaio invisibile (photo credit Threesixty Torino)
Ecco cosa troverai in questo articolo:
Tra i requisiti da rispettare per ottenere l’agibilità di una unità immobiliare, bisogna fare particolarmente attenzione ai cosiddetti rapporti aeroilluminanti.
Questi parametri, indicati con la sigla R.A.I., esprimono la relazione tra la superficie delle aperture esterne di una stanza della casa e la superficie di pavimento della stessa.
Per le aperture esterne dobbiamo però distinguere:
• superficie illuminante (vetrata)
• superficie apribile (vetrata o non).
Nel primo caso si tratta più precisamente di rapporti illuminanti, misurati tenendo conto della sola parte vetrata. Nel secondo caso si tratta invece di rapporti aeranti, misurati considerando la finestra completamente aperta e quindi la superficie dell’infisso comprensiva del telaio.
Entrambi i parametri influiscono notevolmente sulle condizioni di igiene e salubrità di una casa ed è per questo che sono fondamentali per garantirne l’agibilità.
Una illuminazione e una aerazione adeguata influenzano infatti fattori come:
• umidità
• isolamento termico
• isolamento acustico.
Il riferimento normativo a livello nazionale è il Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975 che, al comma 2 dell’articolo 5, indica come pari a 1/8 della superficie di pavimento l’ampiezza che dovrebbero avere le finestre.
Tuttavia, valori più restrittivi di questi rapporti possono essere fissati dal regolamento edilizio e dal regolamento di igiene di ciascun Comune, che ne definiscono anche la modalità di calcolo.
Tali parametri possono dunque variare da Comune a Comune, oltre che in funzione della destinazione d’uso dei locali.
Gli stessi regolamenti indicano anche quali sono i locali per i quali questi rapporti devono essere rispettati. In alcuni casi è infatti permesso che ventilazione e illuminazione siano garantite unicamente da dispositivi artificiali. In ambito domestico ciò può avvenire ad esempio quando è possibile realizzare un secondo bagno cieco. Più raramente è consentito che lo sia l’unico bagno presente.
I locali non destinati a permanenza di persone, come ripostigli e cabine armadio sono esentati dal rispetto di questo requisito.
Il valore stabilito per i rapporti aeroilluminanti dei locali abitabili dalla maggior parte dei regolamenti edilizi è dunque 1/8. In alcuni casi particolari, come avviene per gli ambienti mansardati o per le cantine, si può arrivare a 1/10.
In caso di luce zenitale, ovvero proveniente dall’alto, il valore può scendere fino a 1/12.
I rapporti aeroilluminanti devono essere calcolati stanza per stanza. Per effettuare il calcolo devi dividere la superficie illuminante e aerante (sostanzialmente la superficie delle finestre e delle porte finestre) per quella del pavimento. Il valore ottenuto dovrà essere inferiore a quello fissato dal regolamento locale (in genere 1/8 o 1/10).
Facciamo un esempio. Supponiamo di avere una stanza di 4 metri per 5, con una porta finestra che misura 130 cm di larghezza per 240 cm di altezza.
Superficie aeroilluminante: 1,3 x 2,4 = 3,12 mq
Superficie di pavimento: 4 x 5 = 20 mq
R.A.I.: 3,12/20 = 0,15
Tale valore è di poco superiore a 1/8 (0,125), il rapporto minimo stabilito per la maggior parte dei casi, per cui i requisiti sono rispettati.
I regolamenti comunali indicano anche come si calcola la superfice aeroilluminante. Per alcuni Comuni, ad esempio, si calcola considerando l’intera bucatura del vano (come ho fatto nell’esempio), per altri invece va considerata al netto del cosiddetto telaio fisso del serramento, ovvero la parte non apribile.
Attenzione: è necessario verificare sempre sia il rapporto aerante sia quello illuminante perché, in base alla tipologia di infisso, potrà essere più restrittivo l’uno o l’altro.
In un infisso scorrevole, ad esempio, il parametro più critico sarà quello aerante, perché la superficie aerante sarà solo la metà del vano utile.
La verifica dei rapporti aeroilluminanti va fatta quando si presenta una pratica edilizia per nuova costruzione o per modifica di un immobile esistente.
In particolare i rapporti devono essere verificati in caso di interventi edilizi sull’esistente che comportino modifiche di:
• numero o dimensione delle aperture finestrate e apribili
• superficie del locale
• destinazione d’uso del locale.
ll tecnico abilitato incaricato del progetto provvede pertanto a redigere un apposito allegato contenente i calcoli e i grafici dimostrativi.
In fase di ristrutturazione quindi potrebbe essere necessario modificare il numero o le dimensioni delle aperture esistenti, per rispettare i rapporti.
Quando si interviene in contesti particolari, come edifici particolarmente vetusti ubicati in centri storici, possono esserci vincoli che rendono impossibile modificare le finestre presenti o cambiarne il numero.
Un altro caso in cui non possono essere fatte modifiche in facciata è quando ci si trova in presenza di murature portanti.
Per questo alcuni regolamenti edilizi prevedono speciali deroghe al rispetto dei rapporti aeroilluminanti, in particolare nei centri storici. In pratica, in questi casi, è possibile modificare la distribuzione interna delle abitazioni senza avere l’obbligo di rispettare i valori previsti.
Solo il tuo architetto conoscerà la normativa locale e sarà quindi in grado di dirti se le modifiche che desideri sono possibili.
I rapporti aeroilluminanti non sono semplici numeri da rispettare per ottenere un titolo abilitativo: rappresentano la chiave per creare spazi che respirano e vivono di luce naturale.
Ogni progetto architettonico che ignora questi principi rischia di trasformarsi in ambienti claustrofobici, malsani e energeticamente inefficienti.
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