Attenzione alla etichetta furbetta

Presentata l’indagine di Legambiente Etichetta Furbetta, allo scopo di verificare la corretta applicazione dell’etichetta energetica degli elettrodomestici.

Indagine Etichetta Furbetta di Legambiente

L’indagine Etichetta Furbetta di Legambiente

Ieri è stata presentata la terza fase dell’indagine svolta da Legambiente in collaborazione con il Movimento Difesa del Cittadino (MdC), denominata Etichetta Furbetta, avente lo scopo di verificare la corretta applicazione dell’etichetta energetica prevista per gli elettrodomestici.

L’etichettatura energetica è infatti obbligatoria in Italia dal 1998 su apparecchi come frigoriferi, congelatori, cantinette per vino, televisori, lavatrici, lavastoviglie, lampadine, condizionatori, forni elettrici e a gas, asciugatrici, lavasciuga, aspirapolveri, a cui quest’anno sono state aggiunte anche le cappe aspiranti.

La ricerca Etichetta Furbetta fa parte di un progetto co – finanziato dalla Commissione Europea e ha l’obiettivo di monitorare la corretta applicazione della direttiva sull’etichetta energetica sia nei negozi fisici sia in quelli on line, ma anche di verificare la veridicità di quanto dichiarato dai produttori nelle etichette.

I risultati non sono positivi. Attraverso l’esame di 4.637 prodotti sono emerse le seguenti conclusioni:
• sul totale dei prodotti solo il 57% è risultato etichettato correttamente
• tra i negozi fisici la percentuale di prodotti etichettati correttamente sale all’81%
• tra i negozi on line tale percentuale scende al 23%
• i negozi di arredamento presentano il più altro grado di non conformità.

Solo in un negozio su quattro inoltre è stato possibile visionare la scheda tecnica informativa che la normativa impone di mettere a disposizione, su richiesta, e in cui sono fornite informazioni più dettagliate rispetto a quelle contenute nell’etichetta energetica.

Etichetta furbetta può significare quindi che alcuni prodotti sono meno efficienti di quanto è dichiarato sull’etichetta energetica o che sono privi delle indicazioni energetiche da dichiarare per legge.

Del resto, qualche tempo fa avevamo visto già in un altro articolo come anche i televisori di una multinazionale come la Samsung risultavano avere prestazioni inferiori a quelle indicate in etichetta come ottenuti dai test effettuati.

Questa irregolarità si traduce per i consumatori in costi maggiori che incidono sui loro bilanci familiari e in maggiori consumi energetici che infrangono le direttive europee per combattere l’inquinamento ambientale.

L’indagine Etichetta Furbetta ha monitorato anche quei prodotti ormai troppo energivori per rimanere in commercio, che sono stati quindi messi al bando con la direttiva Ecodesign. Si tratta di frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie al di sotto della classe A+ e aspirapolvere con potenza superiore ai 1800 W, invece trovati ancora in vendita, soprattutto on line.

Tra gli elettrodomestici più irregolari ci sono gli aspirapolvere, i televisori e le cappe aspiranti, mentre quelli più etichettati sono risultati le lavatrici.

Etichetta Furbetta: occhio agli acquisti on line

Emerge quindi che esiste maggiore correttezza nei prodotti venduti nei negozi tradizionali piuttosto che in quelli venduti in Internet sui siti e – commerce.

Se consideriamo quanto si stia incrementando in questi ultimi anni il commercio elettronico, ci rendiamo conto di come sia importante vigilare sull’applicazione delle norme ed effettuare gli acquisti con attenzione.

A tale proposito vi ricordo che dal 1 gennaio 2015 vige una norma che impone la presenza dell’etichetta energetica in evidenza accanto alla foto del prodotto venduto on line, mentre fino a pochi mesi fa chi acquistava in Rete non avrebbe avuto la possibilità materiale di esaminare l’etichetta del prodotto e avrebbe dovuto fidarsi di quanto dichiarato dal venditore.

Per cui, quando acquistate su un sito Internet, controllate che sia presente tale etichetta sia per informarvi sulle caratteristiche energetiche del prodotto sia per essere sicuri di acquistare da un commerciante serio.

Cosa deve essere indicato nell’etichetta energetica

Dato per scontato che quando si acquista un elettrodomestico bisogna accertarsi che sia dotato di etichettatura energetica, cosa deve essere dichiarato in questa targa perché non sia un’etichetta furbetta?

Lo scopo dell’etichetta è di far comprendere in modo chiaro e intuitivo al consumatore qual è la classe di consumo energetico dell’elettrodomestico, cioè quali sono i suoi consumi.

Innanzitutto bisogna ricordare che l’etichetta deve essere apposta non solo su tutti gli elettrodomestici veri e propri, ma su qualunque dispositivo che preveda un consumo di energia, come televisori, decoder, lettori CD e DVD, ecc.

I consumi dell’elettrodomestico sono classificati attraverso una scala di sette livelli, indicati con le lettere dell’alfabeto dalla A sino alla G, partendo dai consumi più alti a quelli più bassi.
A queste 7 classi sono state col tempo aggiunte tre nuove categorie energetiche che riflettono il progresso tecnologico e dimostrano prestazioni energetiche superiori, indicate con le lettere A+, A++, A+++.

Queste tre classi non si aggiungono a quelle finora previste perché il numero totale deve rimanere pari a sette. Per cui se per un elettrodomestico in commercio è disponibile la classe A+++, la sua classe di efficienza energetica peggiore sarà pari a D, se è disponibile la classe A++, la sua classe di efficienza energetica peggiore sarà pari a E, se è disponibile la classe A+, la sua classe di efficienza energetica peggiore sarà pari a F.

L’etichetta riporta poi una serie di altre informazioni come il consumo medio annuo dell’apparecchio e altri parametri che variano a seconda del tipo di elettrodomestico.

La scala cromatica delle frecce che indicano queste classi rimane la stessa: si va dal verde scuro per i dispositivi a maggiore efficienza energetica, al rosso per quelli che consumano di più.

Naturalmente il consumatore non è in grado di verificare se i dati elencati nell’etichetta sono veritieri, per cui resterà sempre alle autorità competenti il compito di vigilare affinché le norme siano applicate correttamente da produttori e commercianti.

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